AUGURI DI NATALE A TUTTI I DONATORI, AL PERSONALE SANITARIO, AMMINISTRATIVO E A TUTTI I VOLONTARI DELL’UdR AVIS COMUNALE DI SIRACUSA E AL PERSONALE TUTTO DEL CENTRO TRASFUSIONALE DEL P.O. UMBERTO I DI SIRACUSA
Carissimi tutti,
il 2020 è stato un anno strano a causa del Covid-19. Questo virus che ci ha fiaccato, ma non ci ha tolto la speranza di un futuro migliore e la voglia di spenderci per l’altro. Abbiamo tutti il desiderio di tornare a quella che fino allo scorso febbraio era considerata la normalità. Vorremmo salutarci con una vigorosa stretta di mano e con un abbraccio. Pensavamo che questo Natale ci avrebbe portato fuori da questa pandemia, ma così non è. Ci lamentiamo dicendo che ci hanno privato della libertà e spesso pensiamo alle nostre case come ad una prigione. Il teologo luterano Bonhoeffer nel 1944, detenuto in un lager tedesco, poco prima di essere impiccato scriveva: “da un punto di vista cristiano, non può essere un problema particolare trascorrere un Natale nella cella di una prigione. Molti in questo carcere celebreranno probabilmente un Natale più ricco di significato e più autentico di quanto non avvenga dove di questa festa non si conserva altro che il nome”.
Purtroppo noi abbiamo ormai da parecchi anni perso il vero senso del Natale, sostituendolo con il consumismo sfrenato legato a Babbo Natale che è tutta un’altra cosa. Non siamo ottimisti e forzati della bontà solo perché il Natale si avvicina, bensì uomini con i piedi saldamente piantati a terra consapevoli che Natale è una festa. Per i più fortunati, significa famiglia, amicizia, allegria. Molti però vivranno questi giorni nell’angoscia della solitudine, con l’ansia di chi è senza lavoro o sta per perderlo. Problemi, inquietudini che non possono, non devono essere trascurati, o peggio ancora taciuti e dimenticati, ma vanno trasformati in impegno e condivisione. Solo condividendo possiamo celebrare il Santo Natale e noi donatori siamo già abituati a condividere parte di noi stessi con le persone più sfortunate. Quest’anno dobbiamo fare uno sforzo in più, sforzandoci di guardare senza alterigia il povero, il migrante, il senza tetto, il carcerato, l’ammalato. Solo così possiamo guardarci allo specchio senza paura di augurarci Buon Natale per poi ripetere questo augurio alle altre persone. Solo così celebreremo un autentico Natale. La bontà che attiviamo la sera del 24 dicembre per poi disattivarla la mattina del 26 non serve a nessuno e tanto meno a noi stessi. Per molti di noi augurare ad un amico Buon Natale e come dirgli buon pranzo. Invece il Natale è la festa del cambiamento, della speranza. Auguri di un sereno Natale, pur se lontani dagli affetti più cari, a tutti voi e grazie per tutto ciò che avete fatto in questo anno per alleviare le sofferenze di chi è meno fortunato di noi.
Il Presidente p.t.
Sebastiano Moncada